Ogni tanto rimestando nel proprio passato ci si ritrova a chiedersi le classiche domande : “E se quella volta avessi fatto così?” oppure “E se non fossi andato in quel posto quella sera?”. Come nel film Sliding Doors si tenta di ricostruire i passi successivi di una scelta fatta se fosse stata diversa. Come sarebbe andata? Bella domanda.
Resto convinto che in una vita fatta di piccole e grandi scelte le combinazioni possibili sono tante, ma a indirizzarci verso una o l’altra decisione è sempre l’istinto e la ragione del momento. Quando non si è costretti con la forza (intendo tipo fucile puntato alla schiena) nel momento nel quale si opta per una strada piuttosto che per un’altra si è pienamente convinti della propria decisione. O almeno voglio sperare che sia così per tutti. Magari si scopre mezzora dopo di aver fatto una cazzata, ma nessuno (credo) decide di fare o non fare una cosa senza esserne convinto. Più la scelta è importante e più la si valuta prima, ma in ogni caso quando si decide si è decisi. Per questo al di là del giochino del “se avessi . . .” di cui parlavo prima, credo che non sia giusto nei confronti di noi stessi andarci giù troppo pesante a condannarci per decisioni sbagliate con il beneficio del “senno di poi”.
Quando si sceglie, se lo si fa liberamente, e se in quel particolare momento si è convinti di quello che si fa, significa che alla fin fine l’unica strada possibile era quella che si è imboccata. E poco importa se dopo un giorno una settimana o un anno guardandosi alle spalle ci si renda conto di aver sbagliato. Al limite si puù tentare di rimediare, se la cazzata è grossa . . e se no, pace.
E’ bello ogni tanto fermarsi a rivedere il proprio passato e interrogarsi su ciò che sarebbe potuto essere.
Poi però si chiude l’album dei ricordi e bisogna guardare avanti.