Kamala tempora currunt

A me piace pensare positivo (ormai è un continuo citare Lorenzo, in questo periodo va così), e preferisco concentrarmi su quanto di buono che posso fare nel mio microcosmo, perché credo che sia un mio dovere non buttare alle ortiche la fortuna incredibile che ho avuto di nascere in questa parte di Mondo nella quale abbiamo le possibilità di giocarci le nostre carte.
Però non vivo sulla Luna, e so benissimo che questo Mondo è pieno di ingiustizie ed orrori (a cominciare dalle guerre), so che ci sarebbe molto da ridire su come vengono gestite le risorse del pianeta, so che servirebbe una svolta intrisa di una dose maggiore di umanità ai piani alti. Insomma, lo so pure io, che ci sarebbero tante faccende per le quali rabbuiarsi, quando ci si pensa.
In questi giorni ad esempio leggo molta preoccupazione per l’elezione di Trump negli Stati Uniti. Non sono un esperto di politica internazionale e lungi da me fare analisi sul futuro degli USA (e del Mondo, che si sa che gli Americani qualcosina influiscono). Vedremo che succederà.
Dico solo questo. Se io fossi un candidato alla presidenza, il mio avversario fosse Trump, e alle urne più della metà dei votanti mettesse la croce sul sul nome invece che sul mio, io due domande me le farei.