Rimpianti veri e rimpianti finti.

Il rimpianto è quello stato d’animo causato dal dispiacere per ciò che avremmo potuto fare e che invece non abbiamo fatto. Almeno, questa è la definizione “classica”.
Però ragionandoci su, io farei delle eccezioni.
Mi vengono in mente almeno due casistiche di rimpianti “finti”.
Se davanti a due alternative, in piena libertà, si è scelta la prima, non si può, poi, considerare come rimpianto l’amarezza per non aver scelto la seconda. Certo, col senno di poi ci si può rendere conto di aver sbagliato scelta, ma nel momento della decisione mica lo si poteva prevedere, se no si sarebbe deciso per l’altra, no ?
E poi, altra eccezione, se il dispiacere è legato a qualcosa che non siamo riusciti a portare a compimento ma che per diventare realtà non dipendeva unicamente dalla nostra volontà, beh, allora non è corretto considerarlo un vero e proprio rimpianto, secondo me.
Insomma, io nel cassetto dei rimpianti “veri” ci lascerei solo quelli dovuti a cose che effettivamente avremmo potuto mettere in pratica, ma che a forza di rimandare sono rimaste “da fare”, e molto probabilmente ci rimarranno per sempre.
E per quanto riguarda quelli, ognuno dovrebbe fare in modo di averne il minor numero possibile.