La felicità

Non ho mai saputo definire in maniera chiara la felicità.
Potrebbe essere quella diffusa sensazione di benessere che si avverte in certi momenti quando sembra che stia andando tutto bene, ma probabilmente quella è più da etichettare come serenità. Forse è tipo quella, ma con in più qualcosa di particolare che fa pensare che lo stato d’animo che stai vivendo sia qualcosa di davvero eccezionale. Una serenità al quadrato. Non lo so.
Di sicuro è passeggera, dura giusto il tempo di rendersi conto che è lì, e allora bisogna godersela fino a che c’è, perché poi lascia il posto ad altro. Non è una cosa che ad un certo punto la trovi, te la metti in tasca e ci rimane quanto tempo vuoi.
Il compito di ognuno di noi sta nel ricercarla, continuamente, e quando si riesce finalmente ad acchiapparla, gustarla, almeno per tutto il tempo nel quale dura. E poi, quando svanisce, tocca ricominciare a rincorrerla.
La felicità è una runner che corre davvero forte, e starle dietro non è per niente facile. Ma se si è bravi, ci si impegna a fondo e si ha anche un pizzico di fortuna (che non guasta mai), allora ogni tanto, almeno per un po’, si può riuscire a correrle di fianco.