Troppo commerciale è un modo di dire che si usa spesso con intento accusatorio, parlando di musica.
Come a dire, musica commerciale = banale, sempliciotta, dozzinale.
Oppure per indicare un degrado qualitativo della produzione rispetto al passato underground o di nicchia : Pinco Pallino era forte, ma adesso è diventato troppo commerciale.
Ma commerciale, tanto per capirci, equivale a pop (popolare), ovvero conosciuto dai più, molto diffuso, di massa. Nel pop quello che viene definito il RE è tale Michael Jackson, per dire. Anche Elvis era commerciale. Volete qualche altro nome, così alla rinfusa ? Ecco qua : Beatles, Rolling Stones, U2, Police, Scorpions, Bob Dylan. Gli ABBA, i Clash, il Boss, Aretha Franklin e Whitney Houston. Mica cotica.
Provate a chiedere a chiunque produca musica se non gli piacerebbe aver composto e prodotto I Will Always Love You, Billy Jean o Wind of Change (rispettivamente 24, 15 e 14 MILIONI di copie FISICHE vendute). Oppure, in ambito dance, Blue degli Eiffel 65 o Levels di Avicii.
Se vi risponde : “No, troppo commerciali”, probabilmente mente sapendo di mentire.
Insomma, a chi interessa fare musica se poi non se la fila nessuno ? Esiste davvero chi fa canzoni senza interesse alcuno alla loro massima diffusione possibile ? Io ne dubito.
Non è che magari siccome uno non riesce a “sfondare” nel mainstream inizia denigrare chi ce l’ha fatta bollandolo come “commerciale” ?
Come il potere logora chi non ce l’ha, la commerciale logora chi non la sa fa'.