Ho letto un post molto interessante di Marco Biondi (lo trovate QUI, nel quale spezza una lancia a favore dei nuovi talenti della musica italiana (lui cita ad esempio Mahmood, Rose Villain, Tananai, Geolier, Alfa, Ghali, Annalisa, Lazza, Dardust, Madame, Achille Lauro) dicendo che se sono arrivati al successo sicuramente hanno alle spalle un percorso fatto di studi e esperienze, non è che sono arrivati lì perché ce li ha messi qualcuno. Di loro dice: “hanno sempre fatto cose, si sono sbattuti, si sono dati da fare, ci hanno provato, hanno rischiato sul loro, hanno prodotto, creato, fatto esperienza, studiato, mangiato merda e avuto successi. Sono caduti e si sono rialzati, ma senza fermarsi mai.”
Si rivolge a chi li contesta anche in questo modo : “Se a te un nuovo artista non piace, non ti piace e basta, ma non puoi accusarlo di essere un improvvisato. Insomma non è colpa sua se non ti piace, magari semplicemente tu non sei il suo target di riferimento, probabilmente si rivolge non a te ma ad un altro target. Fattene una ragione. E informati.”
Io mi trovo d’accordo praticamente su tutto, l’unica cosa che mi sento di aggiungere è che rispetto al passato, oggi molti vengono sbattuti su palcoscenici troppo grandi troppo presto. Non voglio dire che non abbiano le capacità, semplicemente non hanno (ancora) gli strumenti per gestire un successo di certe proporzioni. E così ecco che succede che, ad esempio, sangiovanni e Mr.Rain decidono di fermarsi per un po’. Perché non ce la fanno più.
Certo, succedeva anche nel passato che si arrivasse al grande pubblico da giovanissimi, per dire, Gianni Morandi era una star già a 18 anni, dopo “Andavo a cento all'ora” e “Fatti mandare dalla mamma a prendere il latte”.
Ma una volta non c’erano i talent in TV, che ti danno una visibilità e una fama pazzesca già mentre fai quella che una volta era la cosiddetta “gavetta”, e soprattutto non c’erano i social, dove chiunque può tirarti addosso un sacchetto di merda quando gli pare e tu non ci puoi fare un tubo.