Un DJ è per sempre

Non sono mai stato uno che pensa molto al futuro. Tutt’altro.
Ma quando ho smesso di fare il Deejay (come lavoro, intendo), al mio avvenire senza apparizioni in console con un pubblico davanti, beh, ci ho pensato eccome. E ci penso tutt’ora. Ormai sono passati quasi tre anni dalla mia ultima serata, non ho intenzione di ricominciare, ma più di una volta mi sono ritrovato a pensare che al di là di tutte quelle che potranno essere le mie eventuali altre occupazioni, per me un futuro non pesantemente influenzato dalla musica è semplicemente improponibile.
Cioè, ok, da svariati mesi ho abbandonato le serate e gli eventi in console, ma la mia storia in quel mondo lì non è mica finita. Anzi, a dirla tutta, di musica ne ascolto addirittura più di prima. Ma per quanto mi riguarda ascoltarne semplicemente a tonnellate non potrà mai bastare. Perché un Deejay non si può limitare a questo.
Il disc-jockey la musica la vuole (deve ?) proporre, mischiare, raccontare, annunciare e disannunciare, scegliere. Ci deve (vuole?) giocare.
Per questo ogni tanto condivido le mie playlist personalizzate di SPOTIFY, posto riflessioni sul mondo della musica, ogni tanto realizzo un set mixato e lo pubblico sul mio profilo MIXCLOUD, cerco di ritagliarmi il tempo per imbastire al meglio il mio radio show MASSIMO GRADIMENTO. E a volte accendo la console e me ne mixo qualcuna, qui in studio, per divertirmi un po’.
Sono attività che mi fanno stare bene.
Perché un DJ è per sempre.