Lo psicodramma dell’animatore che non vorrebbe disturbare

Nell’estate del 2002, durante la mia unica stagione come DJ/animatore, ci presentavamo in spiaggia la mattina (TUTTE le mattine della settimana, escluso il Sabato) alle 9 per il “risveglio muscolare”. Una sessione di attività fisica che definire “ginnastica” sarebbe quantomeno spericolato. Io ero l’annunciatore e ogni giorno, alle 9 in punto avevo il megafono in mano e decantavo frasi ad effetto (a caso, ovviamente, il più delle volte) per richiamare tutti all’inizio delle attività giornaliere, con una verve modello arrotino. “Venghino siori e siore !”
Poi arrivava il momento di arruolare i partecipanti per i tornei del pomeriggio (freccette, carte, bocce, beach volley). Bloc notes e penna alla mano e via, ombrellone dopo ombrellone a inventarsi la qualunque per convincere più persone possibile a rinunciare alla piacevolezza di un paio d’ore di sano relax da spiaggia per prendere parte ai giochi.
Insomma, in quelle mattinate in spiaggia indossavo i panni dello scassaca**i, il che per un signor “non disturbo” come me, paladino del vivi e lascia vivere, era davvero paradossale.
Che poi chi va in vacanza in posti dove è prevista l’animazione di norma è psicologicamente preparato a essere “disturbato” dagli animatori, ma resta il fatto che per me era come soffrire di vertigini e dovermi presentare ogni giorno al Bungee Jumping.