Alle feste estive di piazza, da anni oramai, è tutto un proliferare di Party Band.
Di svariati livelli di bravura, composte da più o meno strumentisti e cantanti, ma con alcuni denominatori abbastanza comuni : scaletta super serrata per mettere in scena un concerto quasi privo di pause, grosso risalto alla parte visiva con front man e/o front woman sempre di grande impatto scenico, ballerine e ballerini. Spesso durante lo spettacolo si assiste a frequenti cambi di abito dei perfomers, a dare un ulteriore tocco di glamour in più. Alcuni si avvalgono anche di video proiettati su schermi o ledwall.
Altra caratteristica piuttosto diffusa è quella di eseguire diversi pezzi che probabilmente avrebbero più diritto di cittadinanza in un DJ Set (anche perché spesso eseguiti con l’ausilio di basi, non riarrangiati), spiegabile a mio modo di vedere con l’esigenza di offrire uno show che a livello di proposta musicale strizzi l’occhio a quanto potrebbe proporre un DJ (con un ricco contorno di animazione). A me questa cosa non è mai piaciuta molto, perché è vero che alla fine quel che conta è sempre che la serata sia godibile per il pubblico, ma credo che le Band dovrebbero fare le Band e i DJ i DJ.
Riguardo al repertorio. Nel 2023 mi stupisce sentire ancora Tanti auguri della Carrà, YMCA, Boys di Sabrina, Tarzan Boy di Baltimora, e stiamo parlando di musica di 40 (o quasi 50) anni fa, ed è curioso anche che la sezione dance anni 90 faccia ancora la parte del leone, e in questo caso siamo a 30 anni fa. Ok, momento revival, ma spesso dura per buona parte della serata, e anche in presenza di un pubblico molto giovane.
Ci sta tutto eh, come detto prima l’unica cosa che conta è che chi ascolta, canta e balla davanti al palco se ne torni a casa soddisfatto, però a volte mi domando per quanto tempo ancora una fetta consistente della scaletta sarà composta da sequenze di pezzi così stagionati. Non è una critica, sia chiaro, però mi chiedo : questa generazione di classici 70-80-90 raggiungerà mai la data di scadenza ?