“Eh, ma tu sei da solo…” detto con un tono da farlo passare come se fosse un indiscutibile vantaggio è una frase che ci sentiamo dire spesso noi single che viviamo per conto nostro quando raccontiamo le nostre dinamiche di vita a chi è sposato e/o con prole.
Il che è esatto, siamo da soli, nel senso che in casa nostra non dobbiamo occuparci di altri se non di noi stessi, ma bisognerebbe anche tener conto del fatto che vivere da soli sta anche a significare che tutto quello che c’è da fare a livello di normalissime faccende quotidiane (la spesa, cucinare, lavare i piatti, pulire casa, la lavatrice, stirare, contabilità varia, portare la macchina dal meccanico, andare in banca o in posta, buttare l’immondizia …) non lo si può demandare (se non a pagamento) a nessuno. Insomma, o lo facciamo noi, o qualcuno pagato da noi, oppure resta da fare, fino a che non riusciamo a dedicarci del tempo. Ed è ovvio che sia così, ci mancherebbe.
Avere la/il compagna/o e figli sicuramente comporta grosse responsabilità e subentrano diversi grattacapi che da single nemmeno ti sfiorano, e non mi sogno nemmeno di paragonare le vicissitudini per la spesa o le pulizie con quelle di un rapporto di coppia, di un figlio piccolo da accudire o di un adolescente da tenere a bada.
Però ecco, la condizione dei single che vivono per conto proprio non dovrebbe essere considerata sempre e solo un privilegio.