Sapere di non sapere

Ci sono quelli quelli che sanno sempre tutto. Che dubbi non ne hanno, mai. Che la loro visione del mondo è l’unica valida. Che su qualsiasi argomento hanno le idee chiarissime. I buoni di qua, i cattivi di la. Il giusto tutto da questa parte, lo sbagliato tutto dall’altra parte.
Quelli che vivono totalmente immersi nelle loro solide certezze, e non mancano di sbandierarle ai quattro venti, ovunque ci sia un pubblico pronto ad ascoltarli.
Quanta sicumera.
Io l’unica certezza che ho è quella di sapere pochissimo.
Insomma, so (e continuo a cercare di imparare) quello che mi serve per fare la mia vita dignitosamente, per godermi le cose che mi piacciono, per occuparmi del benessere della mia anima e quando possibile anche di quella dei miei cari.
So che una storia può diventare diverse storie perché tutto quello che ci circonda appare diverso per ognuno, dipende sempre da chi, come, quando e perché lo si guarda.
Riguardo agli altri, so che pur sforzandomi non potrò sapere mai veramente come si sentono.
E che tutti hanno dei problemi più o meno gravosi. Citando “Viene sera” di Lorenzo Jovanotti, passano le giornate come gli autobus del centro, che girano per le strade con il casino che c’hanno dentro.
So per certo che è sempre l’elemento umano a fare la differenza. Sempre.
Ed infine so che a volte riguardo a certe situazioni sarebbe meglio non sapere nulla.