La nostra voce sentita dagli altri è diversa da quella che sentiamo noi.
Perché loro la sentono “pulita”, così come la emettiamo, noi invece la sentiamo mixata, quella che esce dalla bocca e quella che il nostro orecchio percepisce dall'interno.
Abbiamo una versione arricchita di frequenze derivanti da come il suono si modifica passando dalla laringe alla parte interna dell’orecchio.
Insomma, la nostra voce, come la sentiamo noi mentre parliamo, non la può sentire nessun’altro. Solo noi.
Lo stesso vale per gli stati d’animo. Agli altri possiamo spiegare dettagliatamente come ci sentiamo, ma quello che davvero avvertiamo lo sapremo sempre solo noi.
Faremo similitudini per farci capire : “Sono stanco come se avessi scaricato un camion di mattoni”, ma il nostro “stanco”, “contento”, “triste” o “preoccupato” sarà sempre diverso da quello degli altri. Simile magari, ma mai identico.
Ma questo non ci deve frenare nell'esprimerlo, perché spesso cercare di spiegare come ci sentiamo può aiutare pure noi a capirlo meglio.
Specie in questo periodo.