Ho scritto anche io le mie beatitudini (Gesù scansati, che adesso tocca a me)
Beato chi raccoglie quel che semina, perché è il giusto premio per chi si sbatte e non resta ad aspettare che i risultati arrivino per caso.
Beato chi sa perdere, perché spesso è nelle sconfitte che si nascondono gli insegnamenti migliori.
Beato chi da al denaro il giusto peso. Senza sottovalutarne l’importanza, ma senza farne una religione.
Beato chi non prova invidia, ma sincera ammirazione, per chi ha raggiunto risultati migliori.
Beato chi sa godere dei successi delle persone alle quali vuole bene come se fossero propri.
Beato chi sa ridere e far ridere, perché in certi momenti una bella risata è quello che ci vuole.
Beato chi sa ascoltare, perché è una grossa qualità, e poi si imparano un sacco di cose.
Beato chi riesce a non farsi influenzare negativamente da ciò che anche volendo non potrebbe far cambiare.
Beato chi usa il suo tempo per raggiungere i propri obiettivi, non per giudicare e criticare quelli degli altri.
E beato, davvero beato, chi gode di buona salute, fisica e mentale. Il nostro bene primario.