DIAPOSITIVE DEEJAYMAX #2

Facciamo finta che siate tutti a casa mia e io vi stia mostrando un po’ di diapositive dei miei 24 anni da DEEJAYMAX. Sono parecchie, quindi ve le mostrerò a rate.
Con quelle di oggi ci facciamo due risate.
Al Betty Boop a Boves (che ora è il Palà). Dopo le prime serate parlo con un barista che mi chiede : “Allora ? Come ti trovi ?” E io : “Bene. Solo che con tutte le richieste che mi fanno a volte non riesco più ad avere tempo per mixare !” E lui : “Basta che tu faccia come Marcello (il DJ dell’altra sala).” Io : “Perché, come fa ?” E lui, gelido : “Beh, l’ultimo che ho visto andargli a fare una richiesta gli ha dato una testata ! Ora non ci va più nessuno”
- Tlac tlac -
In consolle in discoteca al Merengue a Dronero : si avvicina ciondolando un ragazzo con cappellino con visiera girato al contrario : “Hey DJ !!! Ce l’hai la Techno ?” E io : “no… mi spiace” ! Lui (mimando il gesto del denaro con le mani sfregando pollici e indici) sbotta, andandosene : “E allora comprala no !!!”.
- Tlac tlac -
Sono in consolle ad una festa della birra. Sul cartellone c’è scritto : suoneranno live i (nomedelgruppochenonmiricordo) … seguirà DJ SET.
Il gruppo ha finito il suo live, io inizio a mettere musica, e dopo qualche minuto si avvicina uno e mi dice : “Ah ma allora sei tu DJ SET ! ”
- Tlac tlac -
Una sera un tizio mi parla della mia attività di DJ mi dice : “caspita, deve essere davvero un bel lavoro, ti diverti e guadagni !” E io : “si certo, è molto appagante e gratificante.”
E lui : “avrà delle controindicazioni …” E io : “si, ovvio, ad esempio per l’udito non è il massimo tutto quel volume.” E lui : “ma come ? non avete le cuffie ?”
- Tlac tlac -
Metto musica a una festa in piscina per un matrimonio. La tizia del buffet mi chiede se voglio mangiare e le rispondo che ancora non ho appetito ma che sul tardi farò senz’altro uno spuntino. Dopo un paio d’ore la stessa tizia mi si avvicina : “il signor DJ ha mangiato ?” E io : “no, e ora qualcosa lo metterei volentieri sotto i denti.”
Lei, col sorriso stampato in faccia e la voce stridula : “peccato… non c’è più niente.”