Quando avevo più o meno 17 anni, in quella fase della vita nella quale l’amore / odio verso le cose raggiunge dei livelli mai sperimentati prima mi feci prendere in maniera viscerale dal sound dei Doors.
Per qualche anno (oltre a tutta la musica dance che mi veniva a tiro e all’immancabile pop radiofonico) li ho ascoltati davvero tantissimo. Al mio 18esimo compleanno i miei fantastici amici mi regalarono 6 dischi in vinile (LP) proprio dei Doors. Tutt’ora in macchina uno dei pochi gruppi dei quali ho tutta la discografia in MP3 per poterli ascoltare quando mi pare sono loro.
Il gruppo californiano aveva la faccia e la voce profonda di Jim Morrison, ma alle sue spalle c’erano un batterista “atipico” come John Densmore, un giovanissimo chitarrista eclettico come Robbie Krieger e soprattutto una mente e due mani d’oro che danzavano indipendenti su due tastiere. Una per dare la linea di basso, sul basso tastiera Fender, l’altra per pennellare i riff che caratterizzarono il loro suono per i 4 anni della loro breve ma folgorante carriera.
Ray Manzarek. Ieri il cancro se l’è portato via.
Ciao Ray, riposa in pace. E grazie, davvero, di tutto.