Saranno già più di 600. E forse anche qualcuna di più. Oramai sono 17 anni che faccio serate come DJ per gli eventi più disparati e nei posti più svariati. Discoteche, Disco-Pub, Bar, Ristoranti, tendoni, bocciofile, dehors, agriturismi, taverne, piazze, garages.
Insomma, ho messo musica davvero dappertutto e per tantissime volte. So che questo suona un po’ autocelebrativo (e chi si loda, si sa, si imbroda) ma è la pura realtà. Niente di inventato. Niente di esagerato.
Dopo tutto questo tempo e tutta la strada fatta finora non dovrei forse più sorprendermi di nulla. Insomma, mettere musica e vedere la gente ballare dovrebbe essere una cosa (tra virgolette) normale.
Ma quando mi capita una serata come quella di Sabato mi stupisco ancora per quello che riesce a darmi questo mestiere / divertimento megagalattico che è fare (anzi essere) il DJ.
Sabato sera dopo una preparazione così curata il post-cena me lo sono gestito sul velluto, quindi ringrazio tutti quelli che hanno lavorato duro per creare l’evento e per preparare e servire la cena. Quelli che hanno montato e smontato cose, quelli che hanno preparato i cocktails e tirato le birre. Quelli che lavorando nell’ombra e non sopra un palco come me hanno contribuito a fare scattare l’euforia.
Io le chiamo le serate della quarta dimensione. Quelle dove a un certo punto in consolle si crea un atmosfera tale da generare uno stato d’animo che non è solo goduria o soddisfazione o esaltazione o divertimento. E’ oltre. Chi fa il DJ e legge queste righe mi capirà. Per gli altri magari sarà più difficile, ma vi posso assicurare che è una cosa stupenda. Fidatevi.
Approfitto di queste righe per ringraziare tanto tanto tanto tutti quelli che c’erano. La festa siete stati voi, non dimenticatelo.