I talenti (parte 2)

In questi giorni mi sto leggendo la biografia di Steve Jobs, mi piace un sacco leggere la storia di questi personaggi così carismatici e dalla vita così intensa. A quanto pare Mr.Apple era tanto geniale quanto stronzo col prossimo, capace di intuizioni formidabili ma decisamente non a suo agio nei rapporti con la maggioranza di chi gli stava attorno. Tanto che a volte per giustificare i suoi comportamenti creava una sorta di realtà distorta, per evitare di doversi confrontare con la realtà vera. Insomma, un grande personaggio non certo immune ai difetti.
Questo mi ha fatto ripensare a una cosa alla quale ho sempre creduto. E cioè che forse tutti noi abbiamo un certo numero di “talenti” suddivisi per le varie sezioni della nostra vita. Che ne so, un certo numero per l’aspetto fisico, un certo numero per la simpatia, un certo numero per l’intelligenza, e così via.
Però il totale a disposizione di ognuno non differisce molto da persona a persona, per cui se sei bello e simpatico e intelligente magari sei un disonesto. O magari se sei brutto e scorbutico sei un genio. Insomma, se sei avvantaggiato da una parte sei svantaggiato da un’altra.
Non credo sia possibile essere al massimo in ogni aspetto. Per cui tanto vale capire in quale campi li si possono sfruttare a dovere (i talenti) e dare un po’ meno importanza a quelli dove si intuisce di non essere portati. Ci avete mai pensato ?
Certo , poi con l’impegno e la costanza si possono raggiungere risultati dappertutto, ma che senso ha perdere tanto tempo per cercare, che so, di diventare un mediocre giocatore di tennis quando è evidente che non ci si è portati, dedicando magari pochissimo tempo ad altre discipline dove si è dei potenziali fuoriclasse ? Questo era un esempio, ovvio, ma il senso credo sia chiaro.
Perché sono convinto che tutti abbiamo un potenziale elevato in qualcosa.
Cercare di scoprire dove è una delle cose che danno senso alla nostra esistenza. E un'altra è sfruttarlo a dovere, una volta scoperto.