Ci sono tante cose che vorrei fare, forse pure troppe, e nei prossimi mesi / anni mi sbatterò per realizzarne una buona parte. A trentotto anni non ho ancora ben chiaro ciò che vorrei diventare, ma di sicuro la porzione di vita che ho già vissuto mi ha fatto capire quello che non voglio diventare.
Non voglio diventare un adulto musone e testone, che si lamenta sempre ma non fa nulla per cambiare la propria situazione, come se quello che fa (o è) fosse già scritto e non modificabile in alcun modo.
Non voglio diventare un adulto pieno di rimpianti che per sfogare la sua frustrazione per cio’ che non ha nemmeno provato a fare cerca di distruggere i sogni a chi ancora li ha.
Non voglio diventare la metà di una coppia nata per evitare la solitudine o perché 'andava fatto', nella quale i silenzi superano di gran lunga le parole e dove non si ride mai e magari ci si tradisce pure come se fosse normale.
Non voglio diventare uno di quelli che passano la vita ad aspettare : la fine della giornata lavorativa, il weekend, le ferie, i ponti, le festività, la pensione. Anche perché in un certo periodo della mia vita lo sono già stato, e non mi piaceva per niente.
Non voglio di diventare uno di quelli che per il guadagno o il potere sono disposti a rinunciare praticamente a tutto e a fare qualsiasi cosa.
Non voglio diventare uno di quelli che parlano male dei più giovani solo perché sono invidiosi della loro gioventù. Pensare che la propria generazione sia la migliore capita a tutti, ma proprio per questo non è vero in assoluto.
Non voglio diventare uno di quelli che dispensano consigli a tutti e su tutto come se fossero gli unici depositari della verità assoluta. Il manuale di istruzioni della vita ognuno se lo deve scrivere da se. Almeno in buona parte.
Per ora direi che è tutto. Questo post me lo stamperò e lo metterò da qualche parte. E chissà che faccia farò rileggendolo tra dieci o vent’anni. Spero sarà una faccia compiaciuta.