La scrittura andrebbe coltivata. Bisognerebbe allenarsi con costanza, fare esercizio, magari provando volta per volta a descrivere qualcosa o qualcuno o delle azioni utilizzando metodi diversi di espressione. Estrarre da un capiente cilindro vocaboli magari inusuali ma che ci arrivano da zone recondite del nostro cervello, dimenticati lì da chissà quale lettura in chissà quale momento della nostra vita. Come il “cremisi” che usa Wilbur Smith per fotografare il tramonto ad esempio. Fare ampio sfoggio di similitudini incisive e originali.
E poi provare a inventare storie brevi ma intense, definendo i personaggi con chiarezza e decisione, per far capire in breve al lettore che razza di persona si trova davanti. Magari cambiando di volta in volta il punto di vista della storia. Una volta in terza persona, una volta in prima, prima al passato, poi al presente.
Quante cose si potrebbero fare. Mi sa che, come diceva Abatantuono alias il sergente Lo russo in Mediterraneo di Salvatores, una vita non mi basta. E vabbè.
Per oggi mi accontenterò di un semplice resoconto su questo momento. Sabato mattina, ieri sera bel concerto di un gruppo che l’anno scorso era venuto due volte a suonare al locale dove lavoravo e mi era piaciuto molto, per cui sono andato a risentirli. Hanno una gran grinta e la cantanta è davvero una forza della natura. Oltre ad essere bellissima.
Adesso sto ascoltando bellissima musica africana dal WEB, tra un po’ stacco e vado a fare colazione. Oggi vorrei andare a comprarmi un giubbotto di pelle come quello di Fonzie (più o meno come quello che ho già, che dopo tanti anni di onorato servizio comincia a mostrare la corda). E stasera… si vedrà.
Buon Sabato a tutti.