Molto forte, incredibilmente vicino.

Ho visto questo film, tratto dal libro omonimo. Se ancora non lo avete intercettato, ve lo segnalo e straconsiglio, è meraviglioso.
Ora, vi invito subito a non leggere la parte conclusiva del post, vi rovinerebbe il finale. Guardatevi il film, e poi potrete tornare qui a leggervi la mia chiusa, se vi va.
È la storia di un bambino di New York, Oskar Schell, con una sospetta sindrome di Asperger, che dopo aver perso il padre nell’attentato alle Torri Gemelle, un giorno ritrova, in un vaso tra gli oggetti del papà, una chiave, all’interno di una busta con una scritta : “BLACK”.
Convinto che il suo scopo sia scoprire cosa apre quella chiave, prepara un piano d’azione per fare visita a tutti i Black di New York, sfruttando i giorni liberi dei weekend, mentendo ripetutamente alla madre, con la quale il rapporto è piuttosto arido.
Nella ricerca coinvolge anche un anziano signore muto che vive con la nonna dal lato opposto della strada (che poi si scopre essere il nonno, padre del padre, che però ad un certo punto se ne va).
E crea un archivio con foto e accurate informazioni riguardo a tutte le persone contattate.

Da qui in poi … SPOILER…

Alla fine, dopo diversi giorni passati a cercare invano di realizzare l’impresa, si accorge di un numero di telefono cerchiato in rosso su un ritaglio di giornale presente tra i ricordi del papà, lo chiama, ed è quello della prima casa nella quale era stato.
Qui la signora lo porta dall’ex marito, e Oskar scopre che la chiave è di quel signor Black.
Il defunto padre gliel’aveva lasciata in eredità, in quel vaso, ma il signor Black, mentre cercava di disfarsi degli oggetti del genitore, col quale aveva un pessimo rapporto, lo aveva venduto al papà di Oskar.
Il bambino restituisce la chiave e torna a casa. Per la cocente delusione dà di matto in cameretta cercando di distruggere tutto il materiale prodotto durante il suo certosino lavoro di indagine, e viene raggiunto dalla madre, che lo calma e gli confessa di averlo seguito fin dal principio, scoprendo il suo piano e anticipando le sue visite, ogni giorno precedente, per avvisare i Black di turno che sarebbero stati contattati e perché. Grazie a questa rivelazione i due condividono le emozioni della ricerca e si avverte chiaramente il loro riavvicinamento.
Una ricerca che, anche se non ha avuto il finale da Oskar sperato, ha fatto restare vivo il ricordo del padre, lo ha aiutato a superare alcune delle sue paure, lo ha riconciliato con madre, e grazie ad una lettera da lui scritta al nonno, anche i nonni sono tornati assieme.
Ed inoltre ha fatto arrivare la chiave al legittimo proprietario.
Credo che la morale sia che non sempre dai propri sforzi si ottiene il risultato desiderato, ma quando si sente di dover fare determinate cose, anche apparentemente assurde, si devono fare e basta, anche solo perché si è spinti dalla convinzione che abbiano un senso.
Quando si fa qualcosa con la giusta motivazione qualche risultato si ottiene sempre, anche se non quello sperato, e soprattutto si mantiene allenato uno dei più grandi superpoteri in nostro possesso.
Il desiderio.