In questi ultimi anni per i motivi più disparati non sono più riuscito a “staccare” per un numero di giorni tale dal poter considerare quel periodo una vera e propria vacanza, intesa come la intende la maggior parte delle persone.
Sono anni ormai che non mi prendo una pausa “lunga”, e per “lunga” intendo almeno più di una settimana di “chiuso per ferie”. Uno stop così prolungato non lo faccio veramente da un’eternità.
Avrei potuto farlo alcune volte, sicuramente, ma per diverse concause non sono riuscito a incastrare tra i vari impegni anche delle pausone.
Ma per mia fortuna, grazie alla possibilità di gestirmi comunque le giornate con una buona dose di libertà, mi sono goduto centinaia di micro vacanze.
Momenti di durata piuttosto breve, magari un paio di ore, o anche solo una manciata di minuti, ma nei quali mi sono potuto permettere di estraniarmi da tutti gli impegni, di chiudere l’agenda dei progetti e di mettere in un angolo almeno per un po’ le preoccupazioni. Il tutto senza muovermi più di tanto da casa. Anzi, a volte pure restandoci, in casa.
Perché in fondo la vacanza è uno stato mentale, che puoi prenotare e poi partire quando vuoi.