In questi giorni hanno fatto scalpore le dichiarazioni di Alessandro Borghese, poi riprese anche da Briatore : 'Lavorare per imparare non significa essere per forza pagati.'
Io penso che sia frustrante e credo sbagliato lavorare gratis, o con una paga al limite del ridicolo, pure se grazie a ciò si fa esperienza, perché per quanto poco possa rendere il lavoro di un novellino, qualcosa lo rende di sicuro, e una gratifica economica la merita.
Però bisogna anche dire che, almeno all’inizio della propria carriera lavorativa, non si può pretendere di essere immediatamente impegnati nell’occupazione che si è sempre sognata e con una retribuzione adeguata. Insomma, non si può avere tutto e subito.
Mah, come spesso accade, probabilmente la verità sta nel mezzo.
Di certo per i giovani inserirsi nel mondo del lavoro non è cosa facile.
Per chi ha in testa un’aspirazione ben precisa forse è più agevole. Perché se hai deciso che “da grande” vorrai fare il cuoco o il commercialista, farai quanto serve per arrivare a quello specifico risultato.
Per chi invece non ha ben chiara la strada da prendere l’unica possibilità è quella di provarne diverse, augurandosi di trovare prima poi quella che fa scattare la scintilla e pensare : “Ecco, questo mi piace.”
Ma in entrambi i casi trovare la propria strada professionale non è per nulla scontato, è un percorso che va costruito un passo alla volta, provando, sbagliando, a volte ripetendo anche degli errori.
Io ne ho provati diversi di lavori, ed in fondo mi sono serviti tutti, alcuni anche solo per capire che quella roba li non era adatta a me. Persino l’anno del servizio militare, che è stato senza se e senza ma il peggiore della mia vita, è servito a darmi la conferma che quel genere di mondo decisamente non faceva per me.
Credo che la cosa più importante sia avere l’attitudine e la voglia di imparare, e che se si dimostrano quelle, probabilmente nessuno ti chiederà mai di farlo gratis.