Quanto becerume che si legge in giro sui social. Viene amplificato e agevolato a dismisura dalla protezione garantita dal muro monodirezionale che consente di lanciare merda a manciate senza riceverne in cambio (a meno di denunce in casi estremi). Il fenomeno del leonismo da tastiera è parecchio diffuso, nell’internet, e non da ieri, ma tutto questo livore che viene vomitato dalle tastiere dei naviganti da qualche parte, realmente, c’è.
Il sistema nel quale viviamo con le sue ingiustizie e le sue contraddizioni può essere una delle cause di tutto questo odio circolante tra noi, ma poi per farlo germogliare e crescere rigoglioso penso che non ci sia concime migliore dell’insoddisfazione personale.
La frustrazione di non sentirsi realizzati (anche solo temporanea) lo trasforma in veleno. Da sputare (per liberarsene) in quantità sui certi social che sono diventati per chi attraversa questi momenti no una sorta di sfogatoio personale. Specie nei commenti, nei quali a volte si leggono cose che fanno davvero rabbrividire per quanto siano esageratamente violente e pregne di astio. Non è sempre così, beninteso, ma secondo me molto spesso si.
Insomma, io credo che (in generale) sia più probabile che sia uno scontento arrabbiato a pubblicare qualcosa, piuttosto che un contento pacifico.
E resto dell’idea che il malessere sociale che esprimono i social sia sovrastimato, perché basato solo sulla sua facciata peggiore, che da più nell’occhio, e sembra predominante.
Ce ne sono miliardi di cose meravigliose ed interessanti, sui social e sul WEB in generale, ma chiaramente se ovunque tu vada metti il naso nell’immondizia, sarai portato a pensare che questo mondo non sia altro che un infinito inferno di puzze.