Se è vero che il dono della sintesi è spesso prezioso per evitare di buttare parole inutili al vento, perché saper usare venti parole invece di cento per dire la medesima cosa è certamente un pregio, è anche vero che moltissime delle cose che succedono nel mondo sono troppo complesse per essere sintetizzate mantenendone integra la sostanza.
Ultimamente mi sono ritrovato spesso a pensare che dover fare spesso le sintesi ha cambiato il mondo della comunicazione, ma non sempre in meglio.
Come si può pensare di riassumere la propria opinione, il più possibile completa e documentata, che so, sul conflitto tra Israele e Palestina, in due minuti ? Ma scherziamo ? Una diatriba che va avanti da oltre 70 anni in due minuti ? Non è un tempo sufficiente nemmeno per cominciare a delineare la faccenda !
Ma manca sempre più spesso il tempo, e allora va a finire che persino su questioni spinose e aggrovigliate come quella alla fine risulta più facile e immediato prendere una delle due bandiere e sventolarla sbraitando degli slogan. Banalizzando e perdendosi tutte le mille sfumature che stanno intorno a tante situazioni.
In certi casi pretendere la sintesi è come chiedere ad un pittore di dipingere il mare al tramonto usando solo due colori.