Giorni fa ho visto The Place.
Un film nel quale un uomo misterioso in un bar riceve richieste di desideri da svariate persone e dice loro di eseguire azioni orrende per poterli vedere realizzati. Ad esempio ad un ragazzo cieco che chiede di riacquistare la vista comunica che per farlo avverare dovrà violentare una donna.
Le storie dei vari personaggi si intrecciano, perché tutti hanno un compito legato in qualche modo a quelli degli altri. Come nel caso del padre che per salvare il figlio malato deve uccidere una bambina, che a sua volta deve essere protetta da un altro dei richiedenti (che lo deve fare per poter avere con se per una notte una modella da calendario).
Perché per raggiungere i propri obiettivi può capitare di dover pestare i piedi a qualcuno, a sua volta preso nell’impegno di realizzare i suoi. The place esaspera al limite questo concetto.
Nel film qualcuno porta a termine il suo compito, qualcuno ci pensa ma poi si tira indietro, qualcuno va fino in fondo ma poi si accorge che quello che desiderava tanto e che ha ottenuto non gli interessa più.
Fa riflettere.
Sul fatto che il proprio comportamento dipende sempre da quel che si é disposti a fare (anche agli altri) pur di arrivare al traguardo.
Su come bisogna saper dare la giusta importanza ai propri obiettivi.
Su come bisogna comunque sempre tenere presente che magari un proprio successo porta un danno a qualcun altro.
Sul fatto che non sempre il fine giustifica i mezzi.