La puntata speciale di ieri è stata emozionante, per chi è stato investito a suo tempo dall’energia del Deejay Time. L’incipit di Matteo Curti ha definito in maniera perfetta quello che il programma è stato per tantissimi di noi.
A me è piaciuto molto, rivederli e risentirli insieme è stato fortissimo.
Ci hanno fatto riascoltare i jingles e un sacco di pezzoni anni 90.
Ovviamente una miriade di pezzi storici sono rimasti fuori. Ma livello di playlist credo non potessero davvero fare di più. Come pensare di riunire tutto il meglio della filmografia di Spielberg in un una clip di 15 minuti senza tralasciare nulla. Impossibile.
La forza travolgente del programma era la sua unicità nel panorama radiofonico dell’epoca. A livello tecnico, di idee, di conduzione, di musica proposta. E ricreare al 100% l’atmosfera di quei gloriosi tempi era difficile. Perché non siamo più negli anni 90. Sono cambiati i tempi, sono cambiati loro, e naturalmente siamo cambiati noi.
Riproposto nel 2014 va visto come una bella occasione di rimettere insieme una squadra vincente e di ascoltare un sacco di bella musica dance dei 90’s.
Un’occasione per fare sentire a chi allora non c’era come questi fenomeni facevano la radio già 25 anni fa.
E di fare risentire a noi che c’eravamo i nostri eroi, tutti insieme, riuniti a fare una puntata di quel Deejay Time che per molti è stato davvero molto di più di un semplice programma radiofonico. Chi non c’era davvero non puo’ capire. Ma a loro dico : fidatevi. Se a quanto pare metà dell’Italia che ascolta la radio si è sintonizzata senza indugi su Deejay e M2O ieri dalle due alle quattro un motivo ci sarà.
Anzi 4 motivi.
Albertino, Fargetta, Molella, Prezioso.
Grazie. Grazie. Grazie. Grazie.